La prodigiosa MONDIAL di Drusiani. La storia vera e inedita dal retroterra di GD e CM degli anni '20 alla conquista dei Motomondiali 1949-'50-'51
Ancora una volta Nunzia Manicardi, ci consegna un libro molto importante di storia dei motori, un libro che è una vera miniera di informazioni, testimonianze, fotografie e documenti (quasi sempre inediti) ma anche di penetranti riflessioni e affascinanti approfondimenti. Un libro fondamentale per conoscere la storia della Mondial, il marchio motociclistico italiano che per 9 anni (1948-1957) dominò quasi ininterrottamente la classe 125 vincendo 5 titoli mondiali marche e 5 conduttori grazie anche a campioni leggendari come Carlo Ubbiali, Tarquinio Provini, Bruno Ruffo, Nello Pagani, Cecil Sandford. Stiamo parlando di un marchio e di campioni che l'intero motociclismo mondiale ricorda con ammirazione e rispetto, anche da parte anglosassone, e che pure finora, nemmeno in Italia, era mai stato adeguatamente indagato e studiato.
Ma tra i grandi meriti di questo bel libro molto coinvolgente e dettagliato va ricordato anche e soprattutto quello di portare per la prima volta alla ribalta il bolognese Alfonso Drusiani, che della Mondial fu non solo il progettista (come finora si era creduto) ma anche il primo costruttore dato che il piacentino conte Giuseppe Boselli della FB (Fratelli Boselli) che poi lo affiancò intervenne soltanto in un secondo momento e in parte anche con diverse finalità. Del progettista-costruttore Drusiani così poco conosciuto e del marchio Mondial così poco studiato la Manicardi va a cercare le tracce molto a ritroso, fin nei lontani anni '20 come spiega il sottotitolo: “Dal retroterra di GD e CM degli anni '20 fino alla conquista dei Motomondiali 1940-'50-'51” poiché il racconto si arresta al 1952 quando Drusiani se ne andò per fondare la Comet, marchio interamente suo.
Testimonianze, documenti e fotografie provengono dagli Archivi FB Motocarri e FB Mondial (poi Daddario), Renato Armaroli, Benito R. Battilani, Sergio Biavati, Marco Bugamelli, Oreste Daddario, Guido Fabbri, Augusto Farneti, Antonio Lama, Alfonso Malagola, Arrigo Manara, Massimo Rondelli, Sergio Robino, Giampaolo Tozzi, Bruno Valgrande, Remo Venturi.
Sono affiancati dallo spoglio delle riviste “La Moto”, “Motitalia”, “Motociclismo”, “Sport-Moto”.
Un ulteriore elemento di grande interesse è dato dal racconto inedito raccolto dalla viva voce di Carlo Ubbiali dei tre anni che il grande campione trascorse correndo con la Mondial con cui vinse il Mondiale del '51 e da un formidabile Indice Analitico di 9 pagine che assolve anche alla funzione di sintesi.
Il seguito della storia è affidato ad un secondo volume che Nunzia Manicardi sta già completando e che va dal 1952 fino al 1957 e oltre poiché la Mondial, dopo il “Patto di astensione” del 1957 a seguito del quale si ritirò dalle corse insieme con Moto Guzzi e Gilera, ebbe una seconda fase di grande interesse e di eccellenti risultati con le moto a 2 tempi del pilota-progettista Francesco Villa, fase poi conclusasi e seguita in epoca più recente da altri tentativi di rinascita e riproposta, anch'essi poi conclusi.
È difficile dare una sintesi de “La prodigiosa Mondial di Drusiani” data la ricchezza del contenuto che la scrittrice modenese offre al lettore con un lavoro di ricostruzione storica accuratissimo e molto penetrante. Lo facciamo con la stessa Nunzia Manicardi che, nelle prime pagine, scrive:
“La Mondial, la motocicletta che debuttò a Faenza il 12 settembre 1948 con il grande pilota degli anni ’30 Francesco Lama facendo registrare il giro più veloce, era proprio un prodigio. Lo era per quel suo strepitoso e incredibile motore a 4 tempi (una soluzione che non si riteneva possibile per la 125 cc., considerata fino a quel momento poco più che un “giocattolo per bambini grandi”) e con doppio albero delle camme in testa, un motore che non solo avrebbe travolto tutti i più diretti avversari ma che avrebbe dato la paga anche a molte 250 e 350 cc. E lo era anche per tutti i risultati che immediatamente riuscì ad ottenere diventando, subito dopo la gara di Faenza, la moto più veloce al mondo nella classe 125 cc. e facendo registrare esiti straordinari ogni volta che si presentò in pista o su strada. Il Campionato del Mondo 125 cc. divenne un suo esclusivo feudo. Suo fu anche il primato assoluto della velocità, con i Record del Mondo sul chilometro e sul miglio (sia lanciati che con partenza da fermo) conquistati da Gino Cavanna nel 1948 a Cremona e da lui migliorati nel 1949 ad Ostenda, in Belgio. Ma il vero prodigio fu quello di essere riuscita ad ottenere tali e tanti risultati senza grandi mezzi a disposizione, anzi, addirittura in economia! Perché di soldi, nell’Officina Drusiani di Bologna dove questo prodigio della tecnica venne costruito nel terribile 1948 del tragico dopoguerra, di soldi non è che ce ne fossero pochi: non ce n’erano proprio! Ma c’erano la creatività e il talento di progettista-costruttore di Alfonso Drusiani, c’era l’abilità tecnica dei meccanici guidati da Renato Sceti e Nerio Biavati, c’era l’esperienza accumulata all’interno di quella stessa officina negli anni ’20 e ’30 producendo i motori a 4 tempi per le bolognesi GD e CM, c’era il clima straordinariamente favorevole del dopoguerra di un’intera città che con i motori motociclistici sopravviveva, viveva e poteva ricominciare a sognare.
Tutto questo, però, sarebbe potuto non bastare a fare la Mondial se Bologna non si fosse incontrata con Milano, se cioè fin dagli anni ’20 sui circuiti di gara non si fossero incontrati due giovani piloti della GD, Alfonso Drusiani e il piacentino conte Giuseppe Boselli; se dalla passione di quest’ultimo per lo sport motociclistico e dal suo talento per gli affari, condiviso dai suoi tre fratelli, non fossero scaturite delle operazioni commerciali che portarono alla costituzione di un’impresa familiare, la FB (Fratelli Boselli) con sede a Milano, che si gettò dapprima nella rappresentanza della GD e della CM e poi nell’allora redditizia produzione dei motocarri commissionandone i motori non a caso all’Officina Drusiani di Bologna; e se in quell’ambiente e in quell’officina a lui così ben noti il conte Giuseppe successivamente non si fosse innamorato a prima vista di quella Mondial appena partorita, a tal punto da decidere (ma solo in un secondo tempo) di finanziarne i possibili sviluppi.
Nacque così, la Mondial: prodigio di tecnica, di velocità, di agonismo, ma anche frutto della passione e, come per tutte le cose belle e valide, pure del caso. “Scoppiò” tra le mani di chi l’aveva messa al mondo senza che essi potessero immaginarne un futuro così radioso. Superò ogni aspettativa, perfino la più segreta...”.
Il libro è in vendita nelle librerie specializzate e presso le Edizioni Il Fiorino, 41122 Modena, Via Emilia Est 1741/C, tel. e fax 059-282732, e-mail: info@edizioniilfiorino.com